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Senza risposte, le federazioni aderenti all’Unatras saranno costrette ad assumere provvedimenti

Ieri a Roma, presenti il presidente di Conftrasporto e per la Fai il vicepresidente Piardi, il ministro Salvini ha illustrato le iniziative assunte e quelle che si avvieranno sul tema delle infrastrutture. Certamente, dopo una fase molto lunga segnata dall’ideologia del “non fare”, è di grande importanza che il ministro dei trasporti riavvi iniziative sui temi lasciati irresponsabilmente nel dormitorio, come appunto quelle che interessano le infrastrutture. Noi siamo sempre stati a fianco della ripresa di tali progetti e riconfermiamo il nostro pieno sostegno.ùùCiò nonostante, seri e problematici aspetti rimangono aperti e non vengono affrontati. Questo è un errore di cui si rischia di pagare le conseguenze. Sapere che gli accordi raggiunti prevedono stanziamenti per le imprese e che tuttavia, per incomprensioni a livello burocratico, l’erogazione delle risorse viene costantemente rinviata, è un segnale che non produce positività. La decisione dei trasportatori siciliani di organizzare un fermo per la mancata messa a disposizione dei contributi per le autostrade del mare, ne è un esempio. Ma lo sono ancor di più le mancate risposte sul tavolo delle regole e su altri argomenti, più volte evidenziati.

Non ci si meravigli se in autunno le federazioni aderenti all’Unatras saranno costrette ad assumere provvedimenti. La fase politica in atto continua a suscitare perplessità. Tra chi annuncia scioperi per una finanziaria che non è ancora stata presentata; chi chiede la cassa integrazione per gli autotrasportatori, causa l’eccessivo caldo, e chi non discute le regole in materia di esercizio della professione, intervenendo sia sulla capacità finanziaria che sulla possibilità del noleggio (cito solo queste a titolo di esempio), non aiuta a rendere più rispondente alle esigenze del settore le risposte fornite. Lo abbiamo evidenziato più volte: o si ricostruisce un confronto a livello politico duraturo nel tempo oppure il rischio che monti il malcontento diventa sempre più concreto.

Non vorrei che si pensasse che da parte nostra vi sia incomprensione rispetto ai tanti problemi, tra questi la carenza di organico adeguato, che i responsabili del dicastero sono chiamati ad affrontare. Tutt’altro. Ma continuando a negare un confronto costante, si rischia che insorga l’elemento dirompente.

L’altro giorno, in una intervista radiofonica sul tema del salario minimo o più ricco (uso l’espressione del vicepresidente del Consiglio Tajani) - argomento che va affrontato non con demagogia ma con grande attenzione per gli aspetti che può introdurre - ho lanciato l’idea di intervenire per il personale viaggiante estendendo la soglia di esenzione sulle indennità di trasferta, ferma da almeno trent’anni. Questa semplice misura, si tradurrebbe immediatamente in minor costo per le imprese e più salario netto nelle tasche degli autisti. Un tema che andrebbe approfondito ma anche in questo caso riemerge l’esigenza di confronto.

Cosı̀ come anche i protocolli di sicurezza per il caldo sollevano il problema dei tempi di attesa al carico ed allo scarico delle merci. Anche in questo caso, le norme esistono ma non sono applicate. Certamente, un autista costretto a rimanere in cabina sotto il sole, può subire ripercussioni sul fisico e quindi sul modo di guidare. Quindi si intervenga.

Sono riflessioni che rivolgo a tutti per comprendere quanto sia determinante che la nostra Fai riesca a riprendere le fila dei troppi argomenti lasciati irrisolti.

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