Adeguati sostegni a tutte le modalità di trasporto. Lo chiede Conftrasporto-Confcommercio, che ieri in audizione al Senato ha presentato un documento sulle misure per contrastare la crisi energetica in atto.
“Bene la limitazione dei contributi previsti dal decreto “Aiuti ter” sul caro carburanti alle imprese di autotrasporto con sede in Italia – esordisce Conftrasporto – Ma perché questa misura sia operativa, sarebbe opportuno prevedere di ricorrere allo strumento del credito d’imposta a favore delle imprese, seguendo una prassi ormai consolidata nel settore”.
C’è poi l’esigenza di un riordino del prelievo fiscale, che allievi il carico sulle aziende, soprattutto per gli operatori professionali: la loro competitività internazionale sarebbe ulteriormente penalizzata, se venissero superate le agevolazioni del cosiddetto gasolio commerciale, come prevede la proposta di revisione della Direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici, nel pacchetto Fit for 55.
“Diverse le proposte di ‘quel’ Pacchetto che andrebbero riviste, a partire dall’estensione del meccanismo ETS al trasporto stradale e marittimo, per una sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica e sociale”, precisa Conftrasporto, che reputa invece positivi gli interventi per accelerare le procedure di affidamento di alcuni lavori pubblici e semplificare alcuni interventi autostradali di preminente interesse nazionale.
Per il trasporto marittimo, Conftrasporto propone di prevedere nel decreto Aiuti Quater contributi a favore delle imprese di navigazione autotrasporto, per mitigare l’aumento del prezzo dei carburanti, che colpisce fortemente il trasporto marittimo a corto raggio, di cabotaggio e di continuità territoriale.
“Il rischio è che gli operatori siano costretti a “ribaltare” il maggior costo di esercizio sull’utenza e su cittadini e imprese. Inoltre, il progressivo aumento dei costi energetici del trasporto marittimo avrà conseguenze dirette anche sui servizi di continuità territoriale”. Fa presente la Confederazione.
Sul fronte ferroviario, si chiede: un incremento del “Ferrobonus” e “Sconto traccia” (per 160/200 milioni di euro) per un supporto stabile al riequilibrio modale; di valutare un contributo aggiuntivo per gli autotrasportatori che scelgono l’autostrada del ferro; incentivi per il rinnovo del materiale rotabile, in particolare per i carri ad alta tecnologia; la qualificazione della trazione ferroviaria come attività energivora, prevedendo quindi un adeguato ristoro economico che contenga gli aumenti esponenziali dei costi energetici.
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